dal 22.4 al 29.5.2010 :: Arcangelo, Omar Galliani. Coniunctio Oppositorum / LABA, Brescia

La Libera Accademia di Brescia dedica una doppia personale a due importanti figure dell’arte italiana e internazionale che si sono affermate nel decennio degli anni Ottanta e le cui opere saranno messe a confronto, in una sorta di rapporto dialettico. Per l’occasione Arcangelo esporrà una serie di sculture che ripercorrono un ventennio di fervida attività [...]

Galliani_s_AppoloniaLa Libera Accademia di Brescia dedica una doppia personale a due importanti figure dell’arte italiana e internazionale che si sono affermate nel decennio degli anni Ottanta e le cui opere saranno messe a confronto, in una sorta di rapporto dialettico. Per l’occasione Arcangelo esporrà una serie di sculture che ripercorrono un ventennio di fervida attività creativa: si inizia con una Casa magica in gesso e legno degli inizi dell’80 per poi passare a un’Anfora in terracotta e a una Madonna in cera datate agli anni ’90, quindi a  una Nave in bronzo e a un Orto in ceramica degli inizi del 2000. Omar Galliani presenterà invece alcune grandi tavole dal ciclo Tutti i Denti di Santa Apollonia, realizzati in occasione della mostra al Museo Diocesano di Venezia tenutasi l’anno scorso in concomitanza con la Biennale d’Arte, e una serie di 8 disegni a carboncino e bitume su carta foderata su tela, che sono una fulgente testimonianza dell’attuale ricerca dell’artista.

Il mediterraneo-meridione è per Arcangelo una weltanshauung (una filosofica visione del mondo), paesaggio d’elezione che estende le sue radici agli orizzonti più lontani e differenti. Come di consueto, nelle sue opere ritroviamo la materia e il pneuma degli elementi naturali, la loro forma e la loro forza primigenia. A questo proposito Schneidler e Jahn avevano notato come il paesaggio di Arcangelo fosse organico, irrorato da segni-arterie e disseminato di forme falliche, prime fra tutte quelle della montagna e del vulcano, poi sublimate nei termitai africani, nelle corone e nelle sagome slanciate delle Madonne, nel cappuccio dei battenti di Guardia Sanframondi, nelle installazioni con i gessi appuntiti o nelle sculture in cera e in terracotta (non si dimentichi infatti che l’apprentissage di Arcangelo viene maturando in seno alla scultura e non già alla pittura). Da questa geografia arcaicizzante prendono forma sia le sculture che i dipinti – linguaggi che sovente tendono a collimare – i quali rattengono su di sé l’identità di chi li ha plasmati, come a dire che il cerchio è ancora una volta chiuso. E così pure il mondo, da vitiosus a methodicus.

Per Omar Galliani l’opera è una continua scoperta, ciò che ne risulterà sarà una costante verifica della propria ricerca: volizione in cui l’artista e la tecnica si completano a vicenda. Diversamente dalla pittura, che si ciba di luce, le opere di Galliani catturano la notte, una tenebrae profonda che vorrebbe assorbire tutto ciò che la circonda ma che in realtà produce vibrazioni luminose (radianza che è innanzitutto concettuale e che si propone in una surrettizia simplicitas in duplicitas, palesata in diadi cattedratiche – luce&ombra, pieno&vuoto, bianco&nero). Sin dalla fine degli anni Settanta l’artista aveva compiuto una sincronica ripresa della citazione, un “recupero” che era innanzitutto della pittura, sennonché tale ritorno alla pittura denunciava, e denuncia ancor’oggi, un concettualismo che si esplica non tanto nel suo essere metastorico bensì nell’uso del metalinguaggio. L’immagine è infatti funzionale, mai sostanziale; sostanziale è semmai il disegno. Nel caso di Galliani bisogna quindi delegittimare l’immagine per fare del lapsus linguae (vale a dire della figurazione, che si declina in narrazione) un linguaggio del lapis.

Arcangelo (Avellino, 1956) si diploma all’accademia di Belle Arti di Roma nel 1980 dopodiché decide di trasferirsi a Milano. Nei primi anni Ottanta nasce il ciclo Terra mia che espone alla collettiva Perspective nel 1984, in occasione della Fiera di Basilea. Seguono le personali alla Galleria Tanit di Monaco e alla Galleria Buchman di Basilea. Nel 1985 prende parte alla collettiva Nuovi Argomenti al PAC di Milano ed espone in mostre personali alla Galleria Janine Mautsch di Colonia, Harald Behm di Amburgo e Klaus Lupke di Francoforte. A questi stessi anni appartengono le sculture intitolate Montagne Sante. Nel 1986 gli sono dedicate nuove personali a Villa Waldberta in Germania, alla Galleria Engström di Stoccolma e allo Studio Guenzani di Milano, prende inoltre parte alla XI Quadriennale di Roma, a Prospect ‘86 alla Kunstverein und Shirn Kunsthalle di Francoforte e a Dopo il concettuale al Museo Provinciale d’Arte di Trento. Nel 1987 espone al P.A.C. di Milano e al Museum der Stadt di Esslingen. Verso la fine degli anni Ottanta nascono gli Altari e a cavallo del 1989/1990 inizia a lavorare al ciclo dei Pianeti. Nel 1990 compie un viaggio in Africa con Spagnulo, Coletta e Paradiso, di grande ispirazione per la serie Dogon, presentata al Kunstverein di Bonn nel 1991. Nel 1992 espone al Museo d’Arte Moderna di Tolosa, nel Réfectoir des Jacobins. Nel 1993 tiene mostre personali al Centro d’Arte Contemporanea La Ferme du Buisson di Marne-La-Vallée, alla Galleria Municipale d’Arte Contemporanea di St. Priest, alla Kodama Gallery di Osaka e alla Galleria Gentili di Firenze. Nel 1994 espone le Stanze alla Galleria Otto di Bologna ed è di nuovo da Tanit a Monaco e poi da Alice Pauli a Losanna. Tra il 1993 e il 1994 espone in Giappone, al Fukuyama Museum of Art e in Francia, al Museé d’art Moderne, Réfectoire des Jacobins di Tolosa e al FRAC Midi-Pyréneés. Nel 1995 organizza assieme a Tripodi, Moroni e Farina la mostra Leonkart al C.S.O.A. Leonkavallo di Milano. Nel ‘96, alla Galleria Di Meo di Parigi, presenta Le Navi in cera, mentre in estate nasce il ciclo dei Misteri. Nel 1998 la Civica Raccolta del Disegno di Salò gli dedica una personale, inizia il piccolo ciclo di Verso Oriente ed espone le sue Anfore di terracotta al Caffè Florian di Venezia. Nel 1999 riceve il primo Premio Suzzara per la pittura; nello stesso anno espone i Tappeti Persiani in una personale alla Galleria Fumagalli di Bergamo. Nel 2000, presso la galleria Lorenzelli Arte di Milano, tiene la personale Tappeti Persiani, sarcofago, anfore. Subito dopo realizza la mostra A Quattromani con Pizzi Cannella, alla Galleria Otto di Bologna. Nell’estate del 2001 nasce il nuovo ciclo dei Sanniti e dei Feticci, l’artista realizza inoltre degli Orti in ceramica. Nel 2003 viene pubblicata la sua prima monografia (“Arcangelo”, Edizioni Quattroemme, Perugia), cui ne seguirà una seconda nel 2008 (“Arcangelo – opere 1983/2007”, Damiani Editore, Bologna).

Omar Galliani (Montecchio Emilia, 1954) ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Agli inizi degli anni Ottanta è stato esponente di spicco del gruppo degli Anacronisti e del Magico Primario. Ha partecipato a tre edizioni della Biennale di Venezia e in quella del 1984 ha avuto una sala personale nella sezione “Arte allo specchio”. Sempre negli anni Ottanta ha partecipato alla Biennale di San Paolo del Brasile e alla XII Biennale di Parigi. Ha esposto nei Musei d’Arte Moderna di Tokyo, Kyoto, Nagasaki, Hiroshima, alla Hayward Gallery di Londra, a due edizioni della Quadriennale di Roma, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e in quelle di Francoforte e Berlino. Negli anni Novanta il suo lavoro è stato esposto in Arizona, a Philadelphia e a New York. Ha poi esposto presso il Palazzo delle Stelline a Milano, alla Galleria Civica di Modena, al Museo d’Arte Moderna di Budapest, al Palacio Foz di Lisbona e al PAC di Milano. Nel 2003 è stato invitato alla Biennale di Praga e alla prima edizione di quella di Pechino, dove ha vinto il primo premio con tre grandi opere del ciclo Nuove anatomie. Nel 2005, nell’ambito della mostra Grande Disegno Italiano, un suo disegno di 5×6,3 metri è stato messo a confronto con il volto dell’angelo di Leonardo, esposto alla Biblioteca Reale (in seguito l’opera sarà presentata al Palazzo della Permanente di Milano, quindi al Palazzo della Ragione di Verona). Sempre nel 2005, a Palazzo Magnani di Reggio Emilia allestisce la personale Nuove anatomie e inaugura una sua personale dal titolo Nuovi fiori nuovi santi al Museo d’Arte Contemporanea di Guadalajara (Messico). Dal 2006 una sua personale dal titolo Disegno Italiano ha girato in Cina i più importanti Musei d’Arte Moderna e Contemporanea, da Shangai, Chengdu, Jinan, Xian, Wuhan, Hangzhou, Ningbo, a Nanchino, Dalian, Tientsin, Capital Museum di Pechino, per concludersi alla fine del 2008 a Honk Kong presso la Schoeni Art Gallery. Sempre nel 2006 l’Università e il Museo di Caracas hanno ospitato una sua personale dal titolo Disegnarsi, che nell’aprile 2007 è stata portata al Museo Hassan di Rabat. Nel giugno 2007 inaugura la mostra Tra Oriente e Occidente. Omar Galliani e il Grande Disegno Italiano in Cina presso la sede della Fondazione Querini Stampalia; l’evento vedrà la collaborazione dei musei di Shanghai, Ningbo, Dalian, Xian, Hanghzou, Jinan, Chengdu e Wuhan. Nel mese di Aprile 2009 Christian Mermoud inaugura una sua personale alla galleria Angle Art-Led Attitude & Design a Saint Paul de Vance. Nello stesso anno la galleria k 35 di Mosca apre una sua personale con un nuovo ciclo di opere e La Fondazione Michetti di Francavilla al Mare gli dedica una grande retrospettiva.

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Sede: Libera Accademia di Belle Arti, Via Don G. Vender 66 – Brescia
Date: 22 Aprile – 29 Maggio 2010
Orari: dal Lunedì al Venerdì dalle 9:00 alle 18:00
Vernissage: 22 Aprile, ore 18.00
Autori: Arcangelo, Omar Galliani
Curatore: Alberto Zanchetta
Biglietti: Ingresso libero
Note: Giovedì 22 Aprile alle ore 11:00 incontro con Omar Galliani in Via Don G. Vender 66 – Brescia; Martedì 11 Maggio alle ore 15:00 incontro con Arcangelo presso Casa dei Palazzi, Piazza del Foro 2 – Brescia
Info: Tel. +39 030 380894 | info@laba.edu
Genere: Doppia personale, Arte Contemporanea

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