Daniele Schivardi

Con la personale dell’artista, s’inaugura un nuovo spazio espositivo nel ricco e opulento nord  spesso parsimonioso di cultura: una suggestiva fabbrichetta dismessa, come nuova sede di eventi culturali teatrali, musicali e artistici.
Un’operazione di ristrutturazione durata quasi due anni, resa possibile dall’impegno, dal lavoro e dalla fantasia di molti, per trasformare una realtà locale, pensata per [...]

Con la personale dell’artista, s’inaugura un nuovo spazio espositivo nel ricco e opulento nord  spesso parsimonioso di cultura: una suggestiva fabbrichetta dismessa, come nuova sede di eventi culturali teatrali, musicali e artistici.

Un’operazione di ristrutturazione durata quasi due anni, resa possibile dall’impegno, dal lavoro e dalla fantasia di molti, per trasformare una realtà locale, pensata per la produzione, in un luogo di studio, lavoro, sperimentazione, produzione e diffusione di cultura.
L’associazione che gestisce l’attività artistica ha il nome di Movente, volendo con il participio indicare il movimento interiore della ricerca incessante.
Il movimento in questi giorni – e fino al 15 maggio 2010 – concentra  l’attenzione sull’opera di Daniele Schivardi (Milano, 1949) presentando una summa degli ultimi venti anni del suo percorso artistico.--schivardi
Nel grigio dominante, ogni rosso schizza un urlo sanguigno, il rosa perde tutta la sua dolcezza per rappresentare carne divelta dal tocco violento del pensiero altrui, il verde non riesce nella sua canonica missione rasserenante ma rievoca più facilmente la decomposizione e il corrotto. La morale imposta dal giudizio estraneo della gente lascia il suo strascico in ogni quadro, cozzando contro la percezione intima che ognuno ha di se stesso e provocando la violenza che da ogni parte scaturisce.
Il pittore espone composizioni reduci di alcune delle sue più fortunate serie: da La Papessa a Sa saga de su porcu.
Nella serie dedicata alla papessa Giovanna – il leggendario papa donna che avrebbe regnato sulla Chiesa nel Basso Medioevo – il giudizio della folla beffata dall’inganno avrebbe portato alla tortura della traditrice assieme alla sua condanna e all’uccisione. Nella provocante esecuzione espressa dall’artista, la donna assume la posizione di Cristo in Croce, lasciando intendere che i dolori della tortura e della morte lenta sono universali e non conoscono limiti di sesso. Se l’occhio si limita a constatare analogie fra la crocifissione di un uomo chiamato Gesù e una donna nuda messa in croce, la mente subentrerà ad integrare l’immagine concludendo che il figlio di Dio sacrificandosi sulla croce divenne simbolo dei sacrifici di tutta l’umanità, delle ingiustizie violentemente perpetrate così come quelle inflitte alla papessa rea di essersi creduta uguale a tutti gli uomini.2schivardi
In un groviglio di ascendenza cimabuesca, si assommano particolari baconiani, non solo nella scelta originalissima di prendere come soggetto il papa (che tanto determinò il successo di Velazquez così come quello del suo estimatore Bacon). In una carrellata di volti apparentemente usciti dalla gallerie vaticane, non compaiono i papi che si sono susseguiti nella Storia bensì lo stesso papa reiterato con qualche leggera variante: forse ricordo del bresciano Paolo VI?
In tal modo l’autore riesce immediatamente ad attualizzare una vicenda che diversamente rimarrebbe relegata al passato.
Allo stesso modo del tema storico, nell’opera di Daniele Schivardi assume pari dignità anche il tema popolar-kitsch, come si può vedere dall’istallazione del maiale che in queste zone della bassa bresciana è stato per anni un’importante fonte di sostentamento. La serie de Sa saga de su porcu che recita a mo’ di sottotitolo considerazioni sulla bestemmia, un povero suino pende impiccato alla corda legata ad una struttura metallica, la sua carne rosa rivestita di specchi splende impreziosita come fosse una miniera di diamanti, abbigliata della stola che solitamente indossano i preti nei cerimoniali delle festività. Simboli sacri riluccicano e ricordano quanto spesso l’animale venga invocato contro Dio ma soprattutto parlano dell’ambivalenza dell’essere umano, sempre combattuto fra elevazione alla spiritualità e richiamo alla bassezza del bestiale.

Francesca Serana

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1 Commento

  1. Francesca Tocchella - commento aggiunto il 17 agosto 2010 | Permalink

    Un interessante articolo sull’Associazione Culturale Movente.

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