dal 16.4 al 4.7.2010 :: STANLEY KUBRICK. Fotografo. Gli anni di Look (1945 – 1950) / Palazzo della Ragione, Milano

ESPOSTE IN PRIMA MONDIALE
300 FOTOGRAFIE REALIZZATE DA STANLEY KUBRICK
La mostra documenta un aspetto poco conosciuto nella carriera del grande regista statunitense quando, nel 1945, a soli 17 anni venne assunto come fotoreporter dalla rivista americana Look.
Per la prima volta al mondo, una mostra indaga un aspetto finora poco conosciuto della carriera di Stanley Kubrick.
Dal 16 [...]

Stanley_Kubrick

ESPOSTE IN PRIMA MONDIALE
300 FOTOGRAFIE REALIZZATE DA STANLEY KUBRICK

La mostra documenta un aspetto poco conosciuto nella carriera del grande regista statunitense quando, nel 1945, a soli 17 anni venne assunto come fotoreporter dalla rivista americana Look.
Per la prima volta al mondo, una mostra indaga un aspetto finora poco conosciuto della carriera di Stanley Kubrick.
Dal 16 aprile al 4 luglio 2010, a Palazzo della Ragione di Milano saranno esposte trecento fotografie, molte delle quali inedite e stampate dai negativi originali, realizzate da Stanley Kubrick dal 1945 al 1950 quando, a soli 17 anni, venne assunto dalla rivista americana Look.
L’esposizione, curata da Rainer Crone, realizzata dal Comune di Milano – Cultura e da Giunti Arte Mostre Musei, in collaborazione con la Library of Congress di Washington e il Museum of the City of New York – che custodiscono un patrimonio ancora sconosciuto di oltre 20.000 negativi di Stanley Kubrick, giovanissimo, ma già grande fotografo – testimonierà la sua capacità di documentare la vita quotidiana dell’America dell’immediato dopoguerra, attraverso le storie di celebri personaggi come Rocky Graziano o Montgomery Clift, le inquadrature fulminanti e ironiche nella New York che si apprestava a diventare la nuova capitale mondiale, o ancora la vita quotidiana dei musicisti dixieland.
“Una mostra che racconta anzitutto lo ‘sguardo’ di Kubrick che si è rivelato essere uno dei tratti stilistici più interessanti della sua poetica cinematografica – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory -. Conosciuto ai più per gli indimenticabili film che hanno segnato la storia del cinema, Kubrick si è brillantemente distinto per la sua attività di fotoreporter. Una carriera fotografica che si è dispiegata all’insegna della ricerca dell’anima dei personaggi ritratti al pari degli ambienti con una personalissima visione del reale e dei suoi stratificati livelli di significato”.
L’iniziativa rivelerà il suo modo di fare fotografia, una delle passioni che Kubrick, ancora minorenne, ereditò al padre (l’altra sono gli scacchi), ma che si esaurì nel breve volgere di un quinquennio.
La prima fotografia viene pubblicata il 26 giugno 1945 e ritrae un edicolante affranto per la morte di Roosevelt, un’immagine che affascinerà cosi tanto gli editors di Look da offrire al fotografo dilettante la possibilità di entrare nello staff della rivista come fotoreporter.
Il metodo Look, che era caratterizzato da una narrazione a episodi, non incontrava il gradimento dei più importanti fotogiornalisti. I responsabili della rivista volevano che il soggetto fosse seguito costantemente, che venisse  fotografato in tutto ciò che faceva. Questo stile invadente esercitava un grande fascino su Kubrick al quale piaceva creare delle storie partendo proprio da quelle foto. Per ottenere dai personaggi delle pose che fossero più naturali possibili, Kubrick metteva in atto una serie di stratagemmi per passare inosservato. Uno di questi consisteva nel nascondere il cavo della macchina fotografica sotto la manica della giacca e nell’azionare l’otturatore con un  interruttore nascosto nel palmo della mano. Negli interni cercava di sfruttare il più possibile la luce naturale agendo opportunamente sul tempo di esposizione e sull’apertura del diaframma.
Gran parte del senso estetico che ritroviamo nei suoi film veniva già espresso dal suo lavoro di questi anni.
Anche ricorrendo a tecniche e punti di vista particolari e mantenendo sempre un certo distacco riesce a far
trapelare l’aspetto psicologico dei soggetti ritratti, permettendo così all’osservatore delle foto di costruire una personale interpretazione del carattere delle persone riprese.
“Nascono così le prime fotografie di Stanley Kubrick, realizzate nell’America dell’immediato dopoguerra, che sorprendono poiché non si limitano alla rappresentazione di un’epoca, come ci si potrebbe aspettare da un
fotoreporter. Le sue istantanee infatti – sottolinea il curatore -, che stupiscono per la loro sorprendente
maturità, non possono essere considerate come archivi visivi della gioia di vivere, catturata dallo spirito attento e pieno di humor di un giovane uomo, ma costituiscono un consapevole invito a confrontarsi con le risorse del mezzo fotografico, con le sue possibilità di rappresentazione e con la propria percezione della realtà: una costante dell’opera artistica di Kubrick che comincia con le fotografie e continua nei film».
Un passaggio fondamentale, dunque, se si pensa che l’ambiguità dell’immagine e del cinema stesso sono al
centro della riflessione che anima il cinema d’autore del secondo dopoguerra, per questo detto moderno e di cui Kubrick è stato uno degli indiscutibili maestri.
Il percorso espositivo è organizzato in due parti. La prima, divisa a sua volta in 7 sezioni, avrà un’introduzione, Icone, nella quale vengono presentate le immagini simbolo delle storie che l’occhio dell’obiettivo di Kubrick ha immortalato. Come Portogallo che racconterà il viaggio in terra lusitana di due americani nell’immediato dopoguerra, o ancora Crimini, che testimonierà l’arresto di due malviventi seguendo i movimenti dei poliziotti, le loro strategie, le loro furbizie, fino all’avvenuta cattura.
Betsy Furstenberg, protagonista della sezione a lei dedicata e che la appresenta come il simbolo della vivace vita newyorkese di quegli anni, farà da contraltare alle vicende dei piccoli shoe shine, i lustrascarpe che si trovavano agli angoli delle strade di New York.
Chiudono questa prima parte le due sezioni dedicate alla vita che si svolgeva all’interno della Columbia
University, un luogo d’élite dove l’America formava la classe dirigente del futuro, e all’interno del Campus
Mooseheart nell’Illinois, una residenza universitaria, costruita da benefattori, per educare figli orfani di guerra che sarebbero andati a ingrossare le fila della middle class americana.

La seconda parte del percorso toccherà altri argomenti rappresentativi della breve carriera di Kubrick fotografo, come le immagini dedicate al giovane Montgomery Clift colto all’interno del suo appartamento, o quelle del pugile Rocky Graziano, che raccontano i momenti pubblici e privati di un eroe moderno, o ancora l’epopea dei musicisti dixieland di New Orleans.

Accompagna la mostra un catalogo Giunti Arte mostre musei.

Milano, marzo 2010

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Sede: Palazzo della Ragione, Piazza Mercanti 1 – Milano
Date: 16 Aprile – 4 Luglio 2010Orari: Lunedì  dalle ore 14.30 alle ore 19.30; da Martedì a Domenica dalle ore  9.30  alle ore 19.30; Giovedì dalle ore 9.30  alle ore 22.30
Autori: Stanley Kubrick
Curatore: Rainer Crone
Catalogo: In sede
Editore: Giunti Arte mostre musei
Biglietti: intero eurro 8,00; ridotto euro 6,50: studenti, over 65, minori di 18 anni; ridotto speciale scuole euro 3,00 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Note: Realizzata dal Comune di Milano – Cultura e da Giunti Arte Mostre Musei, in collaborazione con la Library of Congress di Washington e il Museum of the City of New York
Info: www.mostrakubrick.it
Ufficio Stampa: CLP Relazioni Pubbliche; Tel. 02.433403 – 02.36571438, fax 02.4813841, www.clponline.it, press@clponline.it
Genere: Personale, Fotografia
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