dal 29.7 al 27.8.2010 :: Lorenzo Maria Bottari. L’errare inquieto dei miti / La Valletta Istituto Italiano di Cultura, La Valletta (Malta)

Bottari’s Anthological Exhibition in Valletta
The City of Enna recently organized an anthological exhibition of Lorenzo Maria Bottari’s works and because of their  overt links with the Maltese locus, these works are now shown in Valletta,  at the Italian Cultural Institute (29th July – 27th August 2010) in cooperation with  La Galleria Zodiaco in Licata (AG).
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Bottari’s Anthological Exhibition in Valletta

The City of Enna recently organized an anthological exhibition of Lorenzo Maria Bottari’s works and because of their  overt links with the Maltese locus, these works are now shown in Valletta,  at the Italian Cultural Institute (29th July – 27th August 2010) in cooperation with  La Galleria Zodiaco in Licata (AG).

If Vulcanus had his forge in a volcano, Bottari has his own forge in our world  from where he captures, he creates  iridescent colours of all kind.
Bottari is a prolific artist, never satiated with what he achieves. He roams all territories and struggles with all real or mental substances in order to depict reality, its odours, its liquors and flavours.
Since Bottari is a strong believer in  the image, he has developed a constant fight against the iconoclasm of Conceptual and Minimalist art.
His language is not ascribable to any precise school, even if, in his absolute originality,  we can trace some contaminations leading to Lam,  Brauner, Picasso,  Dali’ and  Guttuso (Franco Solmi).

After a period devoted to Ipersurrealistpoint (I.S.P.) in the 70s, Bottari  gave  birth to two symbolic figures: the hippogryph  and a mechanical dragonfly, which are, as Guttuso named them : “instrumental, non ferocious winged monsters”.
Dating from the 90s, these two elements became heraldic symbols in almost all Bottari’s works.

The hippogryph, infact – in his lascivious plays and games, in his violent and innocent dancing – represents nowadays technological and cybernetic society. After three decades, we can definitely ascertain that it represents the multifaceted  projection of the artist in the contemporary world.
The hippogryph is no longer a “monster” but an antidote, a sort of talisman against the dissolution of our senses and values, a sort of totemic pole of the  latin genius entrusted with the role of invisible controller and supervisor of men’s life and institutions.
More recently, Bottari’s set of symbols has become almost indecipherable and, very often, the thread of his narration has to be detected in an intricate geometry of different perspectives.
Pulsions, drives and feelings are forced in the stream of rationality but represented in a symbolic and metaphysical context, thus becoming contemporary simulacra of a forever lost classical world.

In Bottari’s works, the Past is furrowed by diachronic traces ascribable to the perennial roaming of myths  which – in spite of our will – still inhabit the Present.

Dedicated to the city of Enna, the Morgantina Venus (Marzo 2010) is the epiphany of a Past which never ceases to exist – even if as a phantom -  which represents the presence of the absence, beyond which there is the invisible and the untouchable.

Elvira D’Angelo (historian and art critic. Catania, March 26th, 2010)

La città di Enna ha recentemente organizzato una mostra antologica delle opere del maestro Lorenzo Maria Bottari, dati gli evidenti legami intercorrenti tra questa città e l’isola di Malta, queste stesse opere vengono presentate, dal 29 Luglio al 27 Agosto 2010, alla Valletta dall’Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con la Galleria Zodiaco di Licata (AG).

La mostra raccoglie un significativo corpus di opere, che vanno dalla fine degli anni Sessanta sino ad oggi, attraverso il quale è possibile tracciare una significativa cronistoria dell’artista.

Un nuovo Efesto, Lorenzo Maria Bottari, che, contrariamente a quello dei racconti mitologici, fa del mondo la propria fucina. Da questa si liberano creature dai colori ora della folgore, ora della tenerezza evanescente, ma sempre, tuttavia, soggette all’azione ammorbidente del fuoco.
Artista prolifico mai pago del proprio girovagare tra i luoghi corruschi della mente e fra quelli contaminati della realtà, i cui odori, liquori e sapori intridono inevitabilmente il corpo della materia pittorica, Bottari è un pittore che ha sempre creduto nel valore dell’immagine, e ne ha sviluppato, in tutta la sua opera, la volontà iconografica contro l’iconoclastia dell’arte minimale e concettuale.

Il suo linguaggio non riconducibile ad alcuna scuola, nella sua assoluta originalità è costruito per contaminazioni: da Lam a Brauner, da Picasso a Dalì, fino a Guttuso (Franco Solmi). Nella sua pittura si riflette il respiro internazionale di incontri e amicizie feconde con artisti affermati, come i già citati Guttuso e Lam, il fotografo londinese Angus Mc Bean, ed ancora Ibrahim Kodra e Corrado Cagli, solo per citarne alcuni.

Dopo l’attraversamento/superamento della fase dell’I.S.P. (Ipersurrealistpoint), a cui Bottari da vita intorno al 1970, il suo linguaggio giunge a piena maturazione intorno agli anni ’90, quando la fantasia dell’artista, ritornato alla pittura libera, inventa l’ippogrifo e la libellula meccanici. “Teneri mostri alati, diavoletti, pinze, farfalle”, come li definì Guttuso; a partire da questa data si ritrovano come simboli araldici in quasi tutte le sue opere.

L’ippogrifo meccanico, con le danze, i giochi lascivi, violenti, innocenti delle sue forme cangianti, nasce come prodotto della civiltà tecnologica e cibernetica. A distanza di vent’anni rappresenta la mutevole e sfaccettata proiezione dell’artista stesso nel mondo, svelando il proprio significato di antidoto e talismano contro il dissolversi del senso e dei valori e imponendosi come trasfigurazione/personificazione di quel genius, divinità latina dai confini incerti, che veglia sulla nascita e sulla vita dell’uomo e delle sue istituzioni.

Nella produzione più recente la maglia dei simboli diviene indecifrabile ed è spesso inserita all’interno di una tessitura geometrica che scandisce i differenti piani prospettici. Pulsioni e sentimenti sono ricondotti nell’alveo della ragione e raffigurati in un luogo simbolico e metafisico in cui avanzano, come la Venere Morgantina (Marzo 2010), nuovi simulacri di una classicità archetipa non più attualizzabile. In tal senso nella pittura di Bottari il luogo del passato appare striato da diacronie dovute all’erranza di miti che ineluttabilmente occupano il luogo del presente.

Dedicata alla città di Enna la Venere Morgantina è l’immagine di un passato che non smette mai di durare, è un fantasma inopinatamente ancorato alla dimensione tellurica, è la presenza immanente dell’assenza, oltre la quale c’è l’invisibile.

Elvira D’Angelo (storica e critica d’arte. Catania, 26 marzo 2010)

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Sede: La Valletta Istituto Italiano di Cultura, Vecchia Cancelleria Piazza San Giorgio, La Valletta (Malta)
Date: 29 Luglio – 26 Agosto 2010
Vernissage: 29 Luglio, 19.00
Autori: Lorenzo Maria Bottari
Catalogo: presso la sede catalogo con presentazione a cura di Elvira D’Angelo
Editore: Schena
Biglietti: Ingresso gratuito
Nota: Evento organizzato dalla galleria Zodiaco di Licata (AG) in collaborazione con La Valletta Istituto Italiano di Cultura (Malta)
Info: Tel. +356 21221462 | Fax +356 21220548 | www.iicvalletta.esteri.it | iicvalletta@esteri.it
Genere: Mostra personale, Antologica, Arte Contemporanea

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