Un elisir di amore e di felicità sapientemente preparato da un’evangelista della beatitudine: 13 installazioni video, godibili solo fino al 1° Novembre presso la Fondazione Mirò nel Parc de Montjuïc di Barcellona e offerte dal Centro Culturale Caixa Girona per l’ esposizione che è anche la più grande retrospettiva spagnola della video artista Pipilotti Rist.
Caleidoscopiche immagini fluttuanti, violenti colori psichedelici e seducenti musiche riempiono grandi spazi, invitandoci a distenderci e semplicemente godere del loro fluire. La sensazione che rimane è di un ricordo infantile di un mondo puro, dove la corporeità si riconcilia con l’intelletto, dove la sensualità del corpo, attraverso la scoperta del mondo, acquista una dimensione quasi spirituale. L’ assenza di narrativa ed i vivi colori, quasi fossero composizioni astratte, favoriscono l’esaltazione della sensazione. Eliminate ansie, paure e stress, una sola emozione ha il soppravvento: felicità. Sembra che tutto sia disegnato con questo intento; persino la fruizione delle opere, con cuscini e moquette, è progettata attentamente dall’artista svizzera. Dettagli mostrati alla lente d’ingrandimento, però, impediscono alle creazioni di Elisabeth Charlotte Rist, il cui soprannome deriva da Pippi Calzelunghe, di scivolare nel banale newage, dando un tocco di ironia e, allo stesso tempo, di melanconia.
L’emblema di questo sbalorditivo equilibrio è il video blockbuster presente in mostra creato nel 1996 ‘Sip My Ocean’. Un mondo acquatico incantato e allucinogeno, proiettato su due larghe pareti adiacenti e accompagnato dall’intrigante ‘Wicked Game’ di Chris Isaak (già colonna sonora in ‘Cuore selvaggio’ di David Lynch).
Il video rappresenta un corpo femminile libero da censure e barriere nell’oceano, alludendo allo stato più puro del godimento. La voce eccentrica dell’artista, un tempo cantante della banda femminile ‘Les Reines Prochaines’, graffia, però, questo mondo utopico di piacere, richiamando lo stato precario dell’amore e dell’eros per dare un tocco nostalgico e poetico.
Alla mostra vengono anche proposti lavori più recenti come ‘Lungenflügel’ (2009) che prende spunto dal primo lungometraggio dell’artista: ‘Peperminta’ (2009). I personaggi sono una giovane dalla pelle candida e i capelli rossi, un maiale e due lombrichi. Tutti beneficiano di un campo di tulipani rossi, toccandoli, odorandoli e mangiandoli. L’opera è un inno all’imperfezione, marcato anche dalla colonna sonora ‘Wir machen Fehler und das tut gut’! che elogia i nostri errori. Perchè non stringere amicizia con loro? Forse nascondono tesori nascosti, una bellezza inaspettata, un mondo di strana perfezione[1]: la visione di un nuovo giardino dell’eden.
Un altro interessante incontro è dato dall’opera ‘Doble Ilum’ (2010), creata appositamente per la mostra: una video installazione proiettata sulla scultura ‘Femme’ di Mirò (1968). La superficie rugosa del bronzo si anima di nuovi affascinanti effetti di luce, in una chiara allusione alla sessualità e alla femminilità.
Dopo un paio di ore con gli insoliti e amichevoli incontri di Pipilotti la mente è libera e leggera, come appena usciti da un caldo grembo accogliente. Meraviglioso antidoto alla recessione globale, questa sensazione ci accompagna fuori dal museo negli incantevoli giardini del Parc de Montjuïc.
Livia Dubon Bohlig
[1] Millà Bernad (2010) Partit amistós. Catalogue of the exhibition “Pipilotti Rist. Partit amistós- sentiments electronics
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