Un’esplorazione del corpo nella sua componente organica e ontologica che abbraccia tutte le forme del vivente. Con Body Nature il PAV inaugura il 2011, anno dedicato al tema de Il mondo corporale, che vede al centro della sua ricerca artistica e formativa la riflessione e l’indagine sul rapporto tra arte e scienza, tecnologia ed ecologia, uomo e natura. Per una possibile, e necessaria, ricollocazione dell’uomo nel mondo oltre l’antropocentrismo.
Comunicato Stampa
Venerdì 4 febbraio 2011, alle ore 18.30, inaugura Body Nature, doppia personale di Marta De Menezes e Dario Neira, a cura di Claudio Cravero e nell’ambito dell’Art Program diretto da Piero Gilardi.
Body Nature, accostamento di due sostantivi in lingua inglese, rimanda alla natura intesa come corpo, ma anche al corpo in senso proprio, fatto di natura e in essa immerso, ossia agente vivente e comunicante nel mondo. I lavori in mostra si caratterizzano così per l’impiego, quasi esclusivo, di materiali biologici (DNA, proteine, cellule, batteri) intesi come medium. Interpellando le più recenti ricerche biotech, Neira e De Menezes intendono mostrare come il corpo sia di fatto accomunato al resto del vivente in virtù della comune componente organica. Se uomo e mondo condividono la stessa natura, il corpo non è altro che il filtro attraverso il quale interno ed esterno comunicano.
Mentre la biologia e le biotecnologie, con gli ultimi sviluppi della chirurgia plastica e dell’ingegneria tessutale, fino a poco tempo fa erano utilizzate dagli artisti con intento provocatorio (Stelarc, Orlan), oggi costituiscono semplicemente lo strumento con cui esprimersi, e non il tema centrale affrontato. Filtrati dunque con gli strumenti tipici del laboratorio, propri della scienza, i loro sguardi sono narrazioni che parlano dell’esistenza, ossia dell’essere – attraverso il corpo biologico – in un preciso contesto. Proteic Portrait, installazione principale di Marta De Menezes (1975, Lisbona; alla sua prima presenza italiana) si presenta come vero e proprio atelier d’artista, luogo della creazione e della sperimentazione. Si tratta a tutti gli effetti di un laboratorio in cui si fondono esperienze artistiche e scientifiche, l’una funzionale all’altra nella creazione di mArta, ritratto proteico dell’artista. Lo studio dei meccanismi chimico-organici è anche la base di Functional Portrait, immagini registrate dalla risonanza magnetica del cervello dell’artista impegnata in una precisa attività. Uno scan-selfportrait, sempre realizzato attraverso l’impiego di strumentazioni mediche come l’RMN, è anche Somato Landscape di Dario Neira (1963, Torino) che restituisce un’immagine di sé “all’osso”, essenziale e organica, eppure ancora capace di raccontare le emozioni e l’intimità, anche psichica, del soggetto. In questa direzione, i lavori di Neira parlano di una terza natura, dimensione che costituisce l’unione di arte, scienza e sacro, poiché l’essere umano, conscio dei processi e dei meccanismi corporei, s’interroga da sempre sul mistero dell’esistenza e della morte. Nasce così, nella corte del PAV, Claustrum, installazione sonora sul mondo dello spirito che, conservato nel corpo e nella mente, si sviluppa artisticamente attraverso una narrazione frammentata, un percorso emotivo scandito da parole tratte da Le Ceneri di Gramsci e pronunciate dallo stesso Pasolini.
Nella serra, spazio principale del PAV, le opere di De Menezes e Neira sono accostate in modo da rintracciare una matrice comune, un’affinità che va al di là degli strumenti e dei soggetti che, apparentemente simili, sfumano le categorie di genere maschile e femminile. La relazione dei lavori è infatti riscontrabile nell’attenta, quanto critica, visione della realtà, la stessa che spinge entrambi a indagare i problemi etici sollevati dalle pratiche mediche e scientifiche impiegate e, più in generale, il loro modo di inscriversi nella società.
Marta De Menezes, sabato 5 febbraio 2011, guiderà inoltre il pubblico del PAV nel Workshop_19/Coltivare Cultura, una sperimentazione di laboratorio alla scoperta del territorio, per molti nuovo e a tratti perturbante, della materia organica che costituisce e fonda il corpo. Il workshop fa parte della serie di attività, curate da Orietta Brombin, che vedono gli artisti impegnati in progetti svolti insieme ai partecipanti. Durante tutto il periodo di esposizione lo staff educativo del PAV conduce inoltre TATTOO, laboratorio rivolto alle scuole e ai gruppi. L’attività, che riscopre le analogie fra i segni naturali e gli stilemi tipici della tradizione del tatuaggio, declina in modo partecipativo i temi al centro della mostra: lab@parcoartevivente.it.
[in homepage: Marta de Menezes, “In the beginning there was the Word”, bioinstallazione. ]
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Sede: PAV Parco Arte Vivente, via Giordano Bruno 31 – Torino
Date: 5 Febbraio – 24 Aprile 2011
Orari: Dal Mercoledì al Venerdì dalle ore 15.00 alle ore 18.00; Sabato e Domenica dalle ore 12.00 alle ore 19.00
Vernissage: 4 Febbraio 2011, ore 18.30
Autori: Marta De Menezes, Dario Neira
Curatore: Claudio Cravero
Biglietti: Intero 3 €, ridotto 2 €, gratuito Abbonamento Torino Musei / Torino+Piemonte Card
Note: L’evento si svolge nell’ambito dell’Art Program diretto da Piero Gilardi (si veda il Comunicato Stampa sotto riportato)
Info: Telefax +39 011. 3182235 | www.parcoartevivente.it
Ufficio Stampa: Elisabetta Palaia | press@parcoartevivente.it
Genere: Doppia personale, Bioarte
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Comunicato Stampa
IL MONDO CORPORALE | PAV Art Program 2011
Il corpo è al centro del nuovo programma (artistico, educativo e formativo) del PAV – Parco Arte Vivente per il 2011, ispirato alle riflessioni del filosofo Bernard Andrieu in Le monde corporel. De la constitution interactive du soi.
La percezione del mondo e la sua comprensione, ma anche la nostra capacità di agire e intervenire in esso, nascono e si sviluppano a partire dal nostro corpo, elemento imprescindibile e fondante dell’identità di ciascuno, pre-esistente anche alla coscienza di sé. Neuroscienze, fenomenologia e psicoanalisi hanno chiaramente mostrato come la distinzione tra corpo e mente sia illusoria, riportando il cervello alla dimensione fisica e organica, all’interno della complessa rete di relazioni e interdipendenza tra le parti del corpo.
L’Art Program 2011 si apre con Body Nature, doppia personale di Marta De Menezes e Dario Neira (febbraio-aprile), due artisti che nei loro lavori incorporano materiali biologici (DNA, proteine, cellule) come nuovi media d’arte, lasciandosi interpellare dalle più recenti ricerche biotech e dalle possibilità offerte alla definizione di una nuova idea di creazione. De Menezes guiderà inoltre il pubblico del PAV in un workshop di due giorni alla scoperta del territorio, per molti nuovo e a tratti perturbante, della materia organica che costituisce e fonda il corpo. A fine aprile sarà la volta di Evgen Bavcar, artista sloveno, non vedente e fotografo, che esplorerà la relazione tra visibile e invisibile, desiderio e percezione sensoriale, nella mostra Il corpo che guarda e in un workshop aperto al pubblico. Il lavoro e il pensiero di Bavcar saranno inoltre lo spunto per un articolato percorso di formazione specialistica sui temi della percezione corporale e dell’accessibilità, percorso ideato dalle Attività Educative e Formative del PAV con la partecipazione dei Servizi Sociali della Città di Torino.
A questa programmazione espositiva e laboratoriale si aggiungono due appuntamenti primaverili d’eccezione: il ritorno di Andreas Gedin, per la fioritura del lavoro avviato con la partecipazione del pubblico del PAV a ottobre 2010, e l’inaugurazione di CORPO VEGETALE, un nuovo intervento d’arte ambientale nel parco, esito del concorso internazionale Premio PAV 2011.
L’estate del PAV è invece dedicata al brasiliano Eduardo Kac, pioniere della biotech art e della transgenic art. Eduardo Kac, Living works – prima personale italiana dell’artista – presenterà lavori che indagano la ridefinizione delle categorie che organizzano la nostra idea del mondo (e quindi di noi stessi come individui e come specie) in un sistema di separazioni e gerarchie oramai delegittimato dalle scoperte delle neuroscienze e della biologia. Per il pubblico interessato ad approfondire il tema e le questioni che esso solleva sarà aperta la partecipazione a un workshop con l’artista.
Chiude l’anno la prima mostra in Italia dell’americana Andrea Polli, artista che spinge all’estremo l’arte ecologica attraverso l’utilizzo sofisticato di tecnologia digitale all’avanguardia. Con la collaborazione curatoriale di Gaia Bindi, la mostra intende esplorare il raggio di azione della percezione umana e della resistenza corporea di fronte a condizioni-limite meteorologiche, ambientali e fisiche.
L’Art Program 2011, all’insegna di una nuova ecologia del sé, è come sempre completato e arricchito dal calendario delle Attività Educative e Formative, con i suoi laboratori aperti al pubblico, i percorsi di approfondimento e i workshop con gli artisti, a cui quest’anno si aggiunge il workshop guidato da Ettore Favini.
*PAV – centro sperimentale d’arte contemporanea per il dialogo tra arte, scienza, natura, biotecnologie ed ecologia.
Direzione artistica: Piero Gilardi
Curatela artistica: Claudio Cravero
Curatela Educational: Orietta Brombin
Tag:Bioarte
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