Primavera di respiro internazionale a Brescia: il 26 marzo, alla Galleria PaciArte, inaugura la sua mostra personale Jerry Uelsmann, il gigante della fotografia surrealista americana, accompagnato dalla moglie, l’artista Maggie Taylor.
Nel titolo scelto per la mostra monografica di Jerry Uelsmann sono sintetizzati il carattere antologico dell’esposizione, la metodologia tecnica dell’artista, l’impatto emotivo delle sue fotografie.
‘Momenti sincronistici’, questa la traduzione letterale del titolo, che in italiano perde, tuttavia, quell’aura magica che lo avvolge nella versione originale in lingua inglese, in cui il sincronismo precede i momenti, diventandone il motore guida, verso un tempo che non scorre più in alcuna direzione. Rimane sospeso, le immagini si cristallizzano nella coesistenza dei ricordi e nella simultaneità della visione trasognata.
Tornando al primo aspetto che il titolo rende evidente, ossia la struttura della mostra stessa, il sincronismo prevede un’esposizione scelta di fotografie che vanno dai vintage degli anni Sessanta e Settanta sino alle ultime realizzazioni: singoli momenti di un unico, coerente percorso, chiamati a rispondere del tempo di una ricerca lunga una vita.
Per la metodologia invece, è lo stesso Uelsmann a spiegare come le sue ardite convivenze di immagini distanti, se non addirittura opposte, provengano da una sorta di spontanea emersione di significato, che si presenta allo sguardo del fotografo, mentre osserva con rinnovato stupore le scene da lui stesso catturate, durante i suoi viaggi o le quotidiane uscite in compagnia dell’obiettivo; ora sospese in un attimo che si fa rivelatore.
La terra diventa un cielo di soffici nuvole inconsistenti, le fondamenta di una casa si trasformano nelle radici di un albero secolare che minacciano le viscere della terra: su questi meravigliosi ossimori Uelsmann costruisce le sue immagini surreali.
L’uso esclusivo del bianco e nero è il segno del suo inconfondibile stile e un richiamo implicito alla tecnica analogica, l’unica utilizzata per la realizzazione dei suoi fotomontaggi, poiché, come egli stesso dichiara, rimane ancorato alla meravigliosa «alchimia della camera oscura». Sono rappresentazioni tanto realisticamente improbabili quanto virtualmente possibili e, aggiungerei, verosimili.
La credibilità delle sue immagini ha luogo nell’altissima qualità fotografica che le contraddistingue: sono talmente naturalistiche, così ‘vere’ che possiamo anche illuderci che una muta bocca femminile compaia d’un tratto sul nostro cammino, per svelarci i misteri che nasconde una semplice strada nel bosco (protagonista incontrastata di un gran numero di favole …), come accade in Untitled del 2000, una delle fotografie che saranno esposte a Brescia.
Nelle prime opere i titoli sono più espliciti, talora descrittivi, per esempio in Apocalipse II del 1967, anch’essa esposta per l’occasione: un gruppetto di figure, che sembra in attesa di uno spettacolo pirotecnico, osserva imperturbato un enorme albero totemico che emerge dalle acque di un placido mare; una sorta di mostro del comune immaginario, un ragno gigante, un fungo di energia che si dirama nel nero profondo della notte (un’esplosione atomica … l’Apocalisse che ha preso forma del nostro tempo). L’albero, sin dall’inizio, è un protagonista delle sue immagini (trionfa nelle opere degli anni Novanta), egli lo riveste di una forte carica simbolica, un essere magico a metà strada fra la natura e l’uomo, che spesso, infatti, ha valenze antropomorfe o dialoga serratamente con oggetti e spazi umanizzati.
Ad un certo punto non sente più il bisogno di dire, i titoli non scompaiono del tutto ma a partire dagli anni Ottanta le sue immagini sono prevalentemente degli Untitled, poi nelle opere recenti essi ritornano, in forma più allusiva, per accrescere il valore simbolico dell’immagine.
Nelle fotografie di Ulsemann si percepisce una magia che affiora lenta alla superficie del mondo, le sue immagini non nascono da costruzioni mentali o visioni metafsiche, sono poesie surreali, scritte in versi aperti, che schiudono varchi di senso: lo spettatore è libero di riempirli con le sue parole e le sue emozioni. La mostra è quindi un viaggio nel tempo ‘non-tempo’ dei Synchronistic Moments, un percorso che conduce dalle immagini consuete di tutto ciò che una macchina fotografica può arrestare, rubandolo al perpetuo flusso vitale del mondo, sino al misterioso e muto dialogo di tutte le cose che esistono.
Per una visione generale ed esaustiva del percorso creativo di Jerry Uelsmann e per il reperimento di testi e fonti rimando al suo sito ufficiale: http://www.uelsmann.net
Milena Cordioli
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Sede: PaciArte – via Trieste 48 – Brescia
Date: 26 Marzo – 24 Maggio 2011
Orari: Dal Martedì al Sabato, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.30 alle ore 19.30
Vernissage: Sabato 26 Marzo, ore 18.00
Autori: Jerry Uelsmann
Catalogo: Disponibile in galleria, con testo critico a cura di Gigliola Foschi
Editore: PaciArte
Biglietti: Ingresso libero
Info: Tel/fax +39 030.2906352 | www.paciarte.com | info@paciarte.com
Genere: Personale, Pittura Digitale
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