dal 4.3.2011 al 29.3.2011 :: GIOVANNI RUGGIERO / Meliga Art Gallery, Torino

In occasione della Collettiva “Segnali di Oggi” (curata dalla Dott.ssa Daniela Accorsi) già in mostra sino al 18/03/2011, la Galleria Paola Meliga ha il piacere di ospitare e di divulgare le opere ed il pensiero del giornalista ed inviato speciale de L’Avvenire: Giovanni Ruggiero.

Giovanni Ruggiero, dopo aver girovagato per il mondo e visto altri [...]

In occasione della Collettiva “Segnali di Oggi” (curata dalla Dott.ssa Daniela Accorsi) già in mostra sino al 18/03/2011, la Galleria Paola Meliga ha il piacere di ospitare e di divulgare le opere ed il pensiero del giornalista ed inviato speciale de L’Avvenire: Giovanni Ruggiero.

Giovanni Ruggiero, “Frutta & verdura”. Fotografia

Giovanni Ruggiero, dopo aver girovagato per il mondo e visto altri continenti, sempre con la sua inseparabile macchina fotografica tra le mani, ha per così dire, fotografato i suoi tormenti esistenziali, dopo il trapianto di fegato subito nel 2005.
Ha occhi profondi e interrogativi, Giovanni, che ti scrutano dentro; vuol esser certo che il suo sguardo ha penetrato il buio del silenzio e perforato la corazza che ci protegge. è abituato a farlo, deve farlo, il suo mestiere di giornalista in giro per il mondo lo ha reso avvezzo a scoprire le cose prima con la vista, e poi penetrando in esse, scriverne le storie.
Le sue opere sono infatti tante scatole: chiuse custodiscono il passato, aperte inaugurano il presente. Il passato di Ruggiero è soprattutto quello di inviato e autore di importanti reportages specie nei Paesi dell’America latina e in quelli dell’Est europeo: cronache e storie, suggestioni, ma anche segnali di vita. Segnali, spesso, della pietà e del dolore che attraversano la carne, la portano sulla soglia dell’oltre. E con essi il dramma di una esperienza personale, di una lotta con la morte e con la vita.
Un’autobiografia tradotta nei termini dell’arte con una capacità non comune di cogliere i nessi invisibili tra immagine e segno, tra segno e parola. Come nell’opera Bird on the Wire, in cui un ricordo d’infanzia si lega ad una visione tenerissima, di un semplice filo su fondo grigio su cui poggia un passero solitario; o in Mise en bouteille à la source in cui la percezione di un gesto devoto come la raccolta dell’acqua santa a Lourdes si accorda miracolosamente col delicato gioco cromatico delle bottigliette di plastica.

Giovanni Ruggiero, “Porte”. Fotografia

Si chiama “Memento” il pensiero di Giovanni Ruggiero,le scatole di “Memento” che sono sculture di ricordi – ora in esposizione. Le scatole di legno aprendosi svelano allo spettatore momenti intimi, gioie e dolori personali che però possono diventare emozioni di tutti. “Memento” nasce da lontano. E’ frutto di una sofferenza personale, legata a una malattia che, invece di annichilire il suo animo, gli ha svelato nuovi orizzonti espressivi e narrativi.
E adesso che il male e’ alle sue spalle, Giovanni Ruggiero , ha deciso di svelare queste scatole segrete in cui ha conservato tutte le sue emozioni. “Io – dice presentandosi – assemblo i ricordi. Do una forma alle mie emozioni e a quello che e’ stato perchè, in questo modo, restino ancora a rammentarmi una gioia o anche un dolore”. Queste scatole sono scrigni, come quelli che tutti hanno in casa, riposti lontani da occhi indiscreti, in cui ciascuno conserva piccole vestigia del suo passato.
Giovanni Ruggiero , invece, ha deciso di non nasconderli, ma di mostrarli, consentendo a chi lo desidera di aprirli e di curiosarci dentro. “Le sue opere -  scrive Enzo Battarra nel catalogo della mostra – si aprono a noi e si rivelano nella loro capacità di essere cronaca e metafora, segno e simbolo, passione e ragione, comunicazione, certamente idea. Ogni scatola e’ una camera di segreti.
Ogni scatola nasconde una sorpresa. Il gioco sta proprio nel piacere di aprirle una a una, di scoprirle, di portarle alla luce, Per poi magari richiuderle, nella consapevolezza che conserveranno per sempre dentro di loro il ricordo di un nostro incontro.
Inizia giovanissimo l’attività giornalistica e a fotografare. Nel 1975 si iscrive all’Ordine dei giornalisti come pubblicista per passare al professionismo nel 1990. A meno di 20 anni debutta come cronista di nera nella redazione casertana de Il Tempo.
Nel 1988 approda ad Avvenire, assunto nella redazione di Milano. Nel 1995 ottiene la qualifica di inviato speciale. In questa veste segue importanti avvenimenti, come i delitti dei giudici Falcone e Borsellino e la stagione dell’antimafia siciliana, l’alluvione di Sarno, il terremoto in Umbria e nelle Marche, e, da ultimo, quello dell’Aquila.
Non trascura la fotografia, sua prima grande passione. Come inviato se ne serve per corredare suoi reportage realizzati in diverse realtà (Brasile, Colombia, Argentina, Russia, Romania, Albania, Polonia).
Con Antonio Ascione, l’epatologo che lo ha tenuto in cura, scrive il libro Abbiamo vinto. Insieme, edito dalle Edizioni Messaggero di Padova in cui racconta la malattia che lo ha costretto a subire un trapianto di fegato.

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Sede: Meliga Art Gallery  – Via Maria Vittoria 46/C  - Torino
Date: 4 Marzo – 18 Marzo 2011
Orari: Martedì – Sabato dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15.30 alle ore 19.30
Autori: Giovanni Ruggiero
Curatore: Daniela Accorsi
Biglietti: Ingresso libero
Note: Approfondimento tematico su Giovanni Ruggiero all’interno della collettiva “Segnali di oggi”
Info: Tel. 011/2079983 |  Cell. 328/4363514 | paolameliga@libero.it
Genere: Fotografia

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