dal 27.5 al 24.7.2011 :: ELDORADO: Pratchaya Phintong. Give more than you take / GAMeC, Bergamo

Dal 27 maggio al 24 luglio 2011, la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta la prima personale in un’istituzione italiana dell’artista tailandese Pratchaya Phinthong (1974, vive e lavora a Bangkok).
La mostra Give more than you take (dai più di quello che prendi) è parte del programma espositivo Eldorado, che la GAMeC dedica agli artisti emergenti più interessanti sulla scena internazionale, invitati a concepire un progetto inedito per gli spazi della Galleria.
L’esposizione, realizzata in collaborazione con il CAC – Centre d’art contemporain di Brétigny, si compone di due momenti, [...]

Dal 27 maggio al 24 luglio 2011, la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta la prima personale in un’istituzione italiana dell’artista tailandese Pratchaya Phinthong (1974, vive e lavora a Bangkok).

Pratchaya Phinthong, Ephemeral Cinema, 2004, Auto elettrica, lettore DVD, video proiettore, altoparlanti Veduta dell'installazione - gb agency, Paris Courtesy l'artista e gb agency, Paris

La mostra Give more than you take (dai più di quello che prendi) è parte del programma espositivo Eldorado, che la GAMeC dedica agli artisti emergenti più interessanti sulla scena internazionale, invitati a concepire un progetto inedito per gli spazi della Galleria.

L’esposizione, realizzata in collaborazione con il CAC – Centre d’art contemporain di Brétigny, si compone di due momenti, il primo dei quali si è già tenuto – tra il dicembre del 2010 e il febbraio del 2011 – nelle sale del Centro d’arte contemporanea alle porte di Parigi.

Il progetto, che si modifica radicalmente ogni volta che viene allestito, in un fitto dialogo tra le intenzioni dell’artista e il contesto locale che lo ospita, rappresenta una riflessione sui concetti di valore economico, empatia e movimenti globali, nonché sulle possibilità per l’arte di trasformare questi temi all’interno di un universo simbolico e in costante movimento.

Il punto di partenza è stato l’invito all’artista, da parte del CAC Brétigny, a trascorrere due mesi in residenza nei sobborghi di Parigi. Phinthong ha però deciso di passare questo periodo nella Lapponia svedese, riuscendo a farsi assumere da una ditta di Bangkok specializzata nell’esportazione di manodopera locale per la raccolta stagionale di bacche polari nelle vaste foreste nordiche. Il suo desiderio era di fare esperienza diretta di un fenomeno che in quel momento veniva portato all’attenzione dell’opinione pubblica sia dalla stampa tailandese che da quella svedese, ovvero lo sfruttamento di manodopera stagionale tanto da parte degli intermediari tailandesi quanto delle aziende svedesi. Mescolandosi con i lavoratori, Phinthong ha così rinunciato temporaneamente al suo statuto di artista e si è posto nelle condizioni di lavorare per vivere, evidenziando la crisi di un modello sociale al tempo della globalizzazione.

Al termine di ogni giornata, Phinthong comunicava via SMS la quantità di chili di bacche polari che era riuscito a raccogliere ai curatori, ai quali è stato richiesto, al termine dei due mesi, di accumulare lo stesso peso ma in oggetti trovati nei rispettivi contesti locali e ormai privi di valore d’uso.

L’opera che ne risulta ha come titolo Tod tee sweden mend thung mor-chit (2010) ed è la traduzione fonetica del tailandese, così come è usata nella pratica del karaoke permettendo anche a chi non parla questa lingua di pronunciarne i versi delle canzoni.

Gli stessi curatori, quindi, in costante contatto con l’artista che indicava quali materiali di scarto raccogliere e come organizzarli nello spazio, hanno creato una scultura che cambia ogni volta che viene esposta, reagendo non solo al contesto locale ma alla personalità dei responsabili della mostra.

Nel caso della mostra alla GAMeC di Bergamo, i 660 chilogrammi di bacche raccolte dall’artista sono stati trasposti da Alessandro Rabottini nel corrispettivo di terra scavata per creare le fondamenta dell’edificio che costituirà l’estensione del nuovo Museo dell’Accademia Carrara, attualmente chiuso al pubblico per restauri e lavori di ampliamento.

La seconda opera presente all’interno del percorso espositivo prende la forma di un sito Internet che ha lo stesso nome del titolo della mostra www.givemorethanyoutake.net (2010-11), che raccoglie le immagini e i video registrati dall’artista durante i suoi due mesi trascorsi in Lapponia come lavoratore stagionale. La struttura è stata concepita dalla coppia di progettisti Vier5 in base alla dimensione dei file inviati da Phinthong stesso. Sarà possibile consultare questo materiale sul web solo fino alla conclusione della mostra alla GAMeC di Bergamo. Al termine di questo processo, infatti, il sito scomparirà e il fantasma che ne resterà incorporato nella memoria della rete sarà l’unica testimonianza di questo lavoro.

Il terzo lavoro, Allemansrätten (2010) fa riferimento al “Diritto del Pubblico Accesso” presente nell’ordinamento giudiziario svedese, che garantisce a chiunque la possibilità di camminare in spazi naturali, pubblici e privati, e raccogliere fiori selvatici o frutti di bosco. Questo diritto è accompagnato da responsabilità legate alla protezione della natura e della fauna selvatica insieme alla proprietà privata, e ha avuto originariamente il merito di trascendere la nozione di proprietà per promuovere la libertà di movimento e attività sul territorio. Oggi, però, è anche lo strumento con cui gli imprenditori locali stanno trasformando le risorse naturali all’interno di un processo di industrializzazione. Allemansrätten prende in prestito il titolo dell’articolo di legge e perpetua una pratica di movimento fisico e simbolico. Appropriandosi di una delle torri di avvistamento costruite dai cacciatori nel paesaggio lappone, l’artista ne trasforma la funzione per diventare un punto di osservazione dei raccoglitori di frutta.

Durante una notte, e con l’aiuto di alcuni raccoglitori nomadi, l’artista ha smontato questa torre di guardia e l’ha inviata al CAC Brétigny, chiedendo al curatore di presentarla al pubblico nel modo che preferiva. Lo stesso verrà fatto per l’appuntamento bergamasco.

A completare la mostra a Bergamo una serie di opere che, pur non presenti nell’originaria sede di Brétigny, contestualizzano questo progetto all’interno di un più ampio corpus di lavori.

Tra queste spicca An Average Thai Berry Picker’s Income (Il guadagno medio di un raccoglitore di bacche tailandese), 2010. Come dice il titolo stesso, il guadagno corrisponde all’ammontare esatto delle corone svedesi guadagnate da Phinthong in due mesi di lavoro al netto delle tasse. Le banconote e le monete sono state incorniciate e corrispondono a 283 euro.

La mostra è parte di una serie in onore di Arturo Toffetti.

La mostra è realizzata con il supporto di: gb agency, Paris | Iaspis, Stockholm

Cenni biografici: Pratchaya Phinthong (1974, vive e lavora a Bangkok) ha esposto in spazi e istituzioni internazionali come la Kunsthalle di Basilea, il Musée d’Art Contemporain di Lione, University Gallery di Bangkok, l’Artists Space di New York e RedCat di Los Angeles. Ha inoltre preso parte alle Biennali di Singapore, Taipei e Busan.

Bergamo, maggio 2011

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Sede: GAMeC – Via San Tomaso 53 – Bergamo
Date:  27 Maggio – 24 Luglio 2011
Orari: mar – mer – ven: ore 15.00 – 20.00; giovedì: ore 15.00 – 22.00; aperto al mattino per scuole e gruppi prenotati; sab – dom: ore 10.00 – 20.00. Lunedì chiuso
Vernissage: 26 Maggio, ore 18.30
Curatore: Pierre Bal-Blanc, Alessandro Rabottini
Biglietti: Intero euro 4.00; ridotto euro 2.50;  su prenotazione Gratuito per le scuole. Il biglietto consente di visitare tutte le mostre in corso
Note: Evento in collaborazione con tra CAC – Centre d’art contemporain, Brétigny (Francia) e GAMeC, Bergamo
Info: Tel. +39 035 270272 | Fax +39 035 236962 | www.gamec.it
Ufficio Stampa: CLP Relazioni Pubbliche | Tel. +39 02 433 403 / +39 02 3657 1438 | Fax +39 02 481 3841 | press@clponline.it | www.clponline.it; Manuela Blasi (Ufficio Stampa GAMeC) | Tel. +39 035 270272 | manuela.blasi@gamec.it www.gamec.it

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