Anche quest’anno nella capitale catalana torna il Loop, giunto ormai alla sua nona edizione si rinnova nella struttura e promette partecipazioni da record.
Gli organizzatori hanno infatti deciso di marcare in maniera più netta la distinzione tra la fiera Loop dedicata ai professionisti del settore, ma aperta comunque al pubblico durante gli ultimi due giorni, e il festival vero e proprio, Screen from Barcelona, differenziato da una nuova nomenclatura e da una nuova immagine grafica.
Per undici giorni, nel periodo compreso tra 11 e 21 di maggio, Barcellona diventa portavoce dell’approssimazione del lavoro creativo all’oggetto tecnologico, trasformandosi in piattaforma informativa sul panorama e sul mercato della videoarte, saranno presenti, infatti, cinquecento artisti provenienti da quaranta paesi diversi, per un totale di circa mille opere esposte.
Il percorso espositivo vede la partecipazione di centocinquanta spazi, dai più tradizionali musei, gallerie e centri d’arte a luoghi atipici per questo tipo di manifestazione, inseriti nella programmazione parallela del City Screen (Off), grazie alla quale si potranno vedere opere esposte in librerie, ristoranti e negozi e ottenere un più amplio coinvolgimento cittadino.
La fiera Loop, allestita nell’Hotel Catalonia Rambles dal 19 al 21 di maggio, quest’anno conta una maggiore partecipazione di gallerie, quarantadue in totale, provenienti da tredici paesi.
Si consolida così come evento di riferimento per gli addetti ai lavori ma non solo, i dieci video proiettati per la prima volta in questa cornice, ne fanno una occasione imperdibile anche per gli appassionati in cerca di primizie.
La proposta del festival si articola intorno a tre principali nuclei tematici, che raggruppano esposizioni e attività per tema e mirano a porre l’attenzione del visitante su determinate questioni.
Il primo tema è dedicato alla performance e al teatro, combinando esposizioni e azioni in diretta, Screen from Barcelona riflette sulla relazione e sulle possibilità che nascono dalla interazione tra opere audiovisive e registro diretto del teatro e della performance, vale la pena ricordare le esposizioni presentate dai centri Art Santa Monica e Fundación Suñol con opere di Antoni Muntadas, Antoni Miralda e Jaume Xifra e le performance di Tai Shani e Cally Spooner al Antic Teatre.
Un’altra relazione analizzata nel festival, è quella strettissima tra cinema e videoarte, con una esposizione al Caixa Forum che parla di realtà e illusione, e con il lavoro di Rosa Barba e David Maljkovic, esposto alla Pedrera il cui stile narrativo è a metà strada tra il documentario e la fantascienza.
L’ultima sezione è dedicata alle geografie ambigue, agli spazi mutevoli e indefiniti, come i mari e i deserti, e alle zone di confine o di conflitto che, per le loro caratteristiche, danno vita a immaginari e forme politiche, economiche e sociali fuori dal comune.
In questo gruppo tematico si inscrive l’esposizione Hidrarquia, allestita al Museo Marítimo, dove sono riunite opere di Mathieu Kleyebe Abonnenc, Mati Diop, Laura Horelli, Anja Kirschner e Uriel Orlow.
Edizione dopo edizione sempre più persone e istituzioni sono coinvolte nella celebrazione di questo festival, creando una rete che si estende a tutta la città con il fine di fare del Loop/Screen from Barcelona l’incontro di videoarte con maggiore programmazione e partecipazione d’Europa.
Eleonora Scherini
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