In mostra a Palazzo Reale cinquanta opere che raccontano e prendono in esame la produzione trentennale di uno dei più noti artisti italiani.
Uscendo dalla metropolitana di Piazza Duomo in questi giorni un’immensa installazione di sale solcata da sagome di cavalli primitivi accoglie non solo il visitatore diretto a Palazzo Reale ma anche il semplice passante, il turista, il lavoratore.
È La montagna di sale, il grande intervento artistico di Mimmo Paladino creato vent’anni fa a Gibellina, riproposto poi nel 1995 in Piazza Plebiscito a Napoli e ora ricostruito nella piazzetta antistante Palazzo Reale a Milano. Con questa gigantesca installazione si apre la mostra di Mimmo Paladino che prosegue all’interno delle sale di Palazzo Reale e che propone i trent’anni di attività di uno dei maggiori esponenti dell’arte italiana.
Mimmo Paladino è stato alla fine degli anni Settanta uno degli esponenti, assieme a Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi e Nicola De Maria, di quel ritorno ad una pittura de-ideologizzata, ad un’”arte della rappresentazione”[1] nella quale gli artisti esprimono la propria impossibilità di darsi come misura di sé e del mondo [2] a cui si diede il nome di Transavanguardia.
Le opere di questo periodo esprimono una sorta di distacco dal mondo, una voglia di tacere, di prendere le distanze dal coinvolgimento politico e sociale tipico dell’arte precedente. Silenzioso (mi ritiro a dipingere un quadro) esposto in mostra è forse l’emblema della poetica artistica di Mimmo Paladino alla fine degli anni Settanta. Quest’opera manifesta la volontà dell’artista di ritirarsi, di tacere, di rinunciare a una presa di posizione impegnata per tornare al fare pittura per il semplice piacere di dipingere.
Nelle opere pittoriche di questi anni vi sono richiami anche all’arte tribale come nel caso di Grande Cabalista che mostrano come gli artisti della Transavanguardia fossero interessati anche a un recupero della tradizione figurativa del passato.
Ma Mimmo Paladino nella sua lunga carriera artistica non si è limitato alla sola pittura. Ed ecco quindi esposte a Palazzo Reale anche sculture e installazioni a dimostrazione del fatto che Paladino ha saputo utilizzare magistralmente differenti medium e materiali artistici.
In mostra si passa quindi da grandi tele come Rosso Silenzioso, in cui la quasi totale monocromia, unita alle grandi dimensioni dell’opera e alla presenza di un piccolo teschio investono lo spettatore, a opere in cui pittura e scultura si uniscono come nel recentissimo Senza Titolo del 2009, per arrivare ad installazioni come Non avrà titolo del 1985, una grande opera murale composta da diversi elementi scultorei.
Il percorso espositivo curato da Flavio Arensi non segue un ordine cronologico ma mostra invece come le tele più datate riescano tuttora a dialogare con opere più recenti della produzione di Paladino. Passato e presente dialogano tra di loro, si confrontano suggestionando lo spettatore e dando una panoramica completa dell’opera di questo artista meritatamente riconosciuto.
La mostra culmina nell’installazione dei Dormienti: trentadue figure umane rannicchiate e deposte sul pavimento in una delle ultime sale della mostra. Una musica appositamente composta da David Monacchi avvolge il visitatore, lo estrania dal resto del mondo e lo sprofonda nella dimensione silenziosa e angosciante di queste sculture.
Michela Bortoletto
mostra visitata il 10.5.2011
[1] A. Bonito Oliva, Transavantgarde International, Giancarlo Politi Editore, Milano 1982, pag. 117
[2] A. Bonito Oliva, Transavantgarde International, Giancarlo Politi Editore, Milano 1982, pag. 117
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Sede: Museo di Palazzo Reale – Piazza Duomo 12 – Milano
Date: 7 Aprile – 10 Luglio 2011
Orari: Lunedì 14.30-19.30; Martedì, Mercoledì, Venerdì e Domenica 9.30-19.30; Giovedì e Sabato 9.30-22.30 (possono variare, verificare sempre via telefono)
Autori: Mimmo Paladino
Curatore: Flavio Arensi
Info: www.paladinopalazzoreale.it
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Tag:Installazioni, Scultura
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