Asian Lednev. Oltre la soglia la vibrazione è quella del potere fortemente evocativo che scaturisce dall’incontro osmotico di energie artistiche contemporanee e di scenari antichi.
Il teatro è l’imbocco di via Giulia, snodo urbanistico d’eccellenza e “imbocco” essa stessa della renovatio Imperii di un papa ambizioso, Giulio II, dove l’incompiuto è il motore di una tensione progettuale ancora palpitante e di cui la chiesa dei banchieri di Roma rappresenta il puntello storico e simbolico: San Giovanni Battista de’ Fiorentini, propileo della città santa, a metà tra potere secolare e potere temporale. A ricalcare tale profonda simbologia architettonico-urbanistica e spaziale, il Museo di San Giovanni de’ Fiorentini è oggi il teatro di un incontro di universi paralleli, dove la teoria dell’arte e la cinematografia fantascientifica creano seduzioni tecnologiche, dove «… ogni giorno che passa vede i nostri motori slanciarsi verso gli abissi dello spazio …. altissime guglie, case volanti, pronte a volare …» (Kazimir Malevič, L’architettura quale schiaffo al cemento armato, 1918). Il Museo di arte sacra della chiesa dei Fiorentini ospita oggi Asian Lednev: creatore di mondi, la personale di un architetto innovatore e immaginifico, Fabio Fornasari, in un allestimento studiato dallo stesso Fornasari nell’ambito di un progetto a cura di Sveva Avveduto, Guido Massantini e Emmanuele Jonathan Pilia, sotto la sigla ALTA (Associazione – Laboratorio di TransArchitettura). Non è la prima volta di Fornasari in questo spazio in cui riecheggia il palpito di uno degli spiriti più tormentati di quel tanto prolifico e conturbante Seicento romano. Nell’oscurità palpabile della Cappella dei Falconieri – l’ultimo lavoro che Francesco Borromini mise a punto, lasciandolo suggestivamente incompiuto, prima di gettarsi di petto contro la propria spada – un anno fa Fornasari sperimentava l’allestimento di una “Ricerca e immagine abitata”, trasformando la cappella in una “lente d’acqua” in grado di riflettere lo spazio stesso in una immagine, foriera a sua volta di una “spazialità” palpabile e “abitabile”.
Le opere di Fornasari dialogano oggi con le opere sacre del Museo dei Fiorentini, fra i bagliori aurei degli arredi sacri, riassunto di un viaggio in un mondo virtuale le cui “reliquie” sono disseminate da entrambe le parti dello schermo, scenografie di un mondo artefatto e immaginario. E proprio dalla natura di un mondo appena creato ha origine questa mostra, allestita in uno spazio trasformato in un laboratorio scientifico dove provini e apparecchiature ottiche diventano il filtro attraverso il quale studiare la “realtà”. Ognuno dei tre ambienti del Museo ospita una diversa forma di catalogazione di questa natura artificiale, desunta dal mondo virtuale e ricostruita matericamente nello stesso habitat delle opere sacre, che si pongono come vivifico e potente contraltare alla natura “colata” e “immaginata” di Fornasari. L’apparente contraddizione prende forma nella traduzione della pura immagine della natura virtuale in materia disposta ad assecondare la gravità, che spinge verso il basso gli esili fili di vernice raccolti entro dischi che rimandano alla dominante cromatica delle pellicole. I corridoi “vegetali” solcati dalle pellicole irrompono nel mondo reale e si fanno sentiero per lo spettatore, pervasi dall’odore acre delle vernici, interrotti dalla presenza immanente di veli, invasi dal fruscio dei polimeri.
Il laboratorio vero e proprio si trova nell’ambiente che chiude il percorso: un piano sterile accoglie l’intero campionario di vetrini utili all’analisi di questo mondo evocato. Un contenitore racchiude il cuore di quest’intelligenza artificiale, un cuore duplicato da una gemmazione che fiorisce verso l’interno e verso l’esterno della superficie trasparente: i tessuti hanno ormai ricoperto l’intero contenitore ed è solo questione di tempo prima che l’intero tavolo sia invaso. Il “viaggiatore” solca il sentiero antico di un mondo parallelo e lo fa utilizzando tecnologie moderne. Così uno stereoscopio mira dritto verso un sottilissimo schermo lcd, che a rotazione mostra le istantanee scattate nei luoghi visitati. Lo spazio salta fuori e impatta sullo “spettatore-viaggiatore”, travolto dalla potenza della terza dimensione in un contatto simulato. Due grandi circoli dominano sulle pareti laterali, un disco nero a terra indica la posizione dalla quale osservare/vivere questa dimensione. L’istinto di afferrare la sfera nera sospesa a mezz’aria induce alla posa istintuale per uno scatto rubato: un nuovo avatar è pronto per il viaggio verso un nuovo mondo. Un ultimo ambiente unisce i due laboratori precedenti, spazio riservato all’analisi dell’esperienza appena conclusa. Superato il portale si accede alla sala dell’Archivio di Asian, dove dei grandi circoli in legno sono contrassegnati dalle immagini più significative del viaggio percorso in questi anni.
Valeria Santoleri
Mostra visitata il 13.6.2011
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Sede: Museo di San Giovanni Battista de’ Fiorentini – Via Acciaioli 2 – Roma
Date: 11 Giugno – 11 Luglio 2011
Orari: Dal Lunedì al Sabato dalle ore 7.25 alle ore 12.00, e dalle ore 17.00 alle ore 19.00 (verificare via telefono o per email)
Vernissage: 11 Giugno, ore 18.00
Autori: Fabio Fornasari
Curatore: Emmanuele Jonathan Pilia, Sveva Avveduto, Guido Massantini
Catalogo: Disponibile in sede
Editore: Avanguardia 21 Edizioni
Note: L’evento è momentaneamente sospeso; sarà nuovamente fruibile a partire dal mese di Luglio
Info: press@altaproject.com
Genere: Personale, Arte Digitale, Architettura Virtuale
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Tag:Architettura Virtuale, Arte digitale
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