Life Writer di Sommerer e Mignonneu a Rewriting World, 4ª Biennale d’Arte contemporanea di Mosca / di Elvira D’Angelo

È interessante osservare come Life Writer (2006), un’opera non monumentale, composta da un piccolo oggetto, che se non fosse per il suo essere irrimediabilmente obsoleto definiremmo di uso ordinario – un vecchio modello di macchina da scrivere situato su una piccola scrivania – possa essere assunta a paradigma dell’idea guida di questo evento espositivo.

Giunta al suo quarto appuntamento, la biennale d’arte moscovita quest’anno, dislocata tra due principali location: il Design Center ArtPlay e la Fondazione Arte TSUM, riunisce sedici gruppi di artisti provenienti da trentatre Paesi del mondo, guidati da un progetto unitario curato da Peter Weibel, direttore dello ZKM (Zentrum ) di Karlsruhe, nonché noto media artist.

Christa Sommerer & Laurent Mignonneu, “Life Writer”. Installazione interattiva per macchina da scrivere, computer, proiettore. Particolare dell’interazione

Il tema proposto da Peter Weibel per questa Biennale, ha per oggetto i diversi e fecondi approcci tra arte e nuovi media, e sulle loro possibilità di riscrivere le sorti del nostro pianeta attraverso nuove e differenti idee in atto nei processi creativi artistici multimediali.
È interessante osservare come Life Writer (2006), un’opera non monumentale, composta da un piccolo oggetto, che se non fosse per il suo essere irrimediabilmente obsoleto definiremmo di uso ordinario – un vecchio modello di macchina da scrivere situato su una piccola scrivania – possa essere assunta a paradigma dell’idea guida di questo evento espositivo.
Life Writer è un’installazione interattiva in cui l’atto dello scrivere è collegato direttamente all’atto della creazione di una nuova vita, così com’è intesa biologicamente. Come molte altre opere dei suoi autori, alla base della sua creazione vi è l’interesse per il regno vivente – animale e vegetale – e in particolare per la preservazione della biodiversità.
Questo interesse, di Sommerer & Mignonneu, trasferito all’interno di nuovi media, come i computer, ha dato luogo alla riproduzione di forme di vita non più basate sulla chimica del carbonio, bensì su quella del silicio, forse più difficile da concepire e praticare.

Christa Sommerer & Laurent Mignonneu, “Life Writer”. Installazione interattiva per macchina da scrivere, computer, proiettore

L’idea che la vita possa svilupparsi all’interno di un ecosistema differente da quello del nostro pianeta è alla base dell’Artificial Life[1], scienza da cui i due artisti traggono i loro principi filosofici e tecnico-operativi.
Grazie all’adozione di una tecnologia chiamata CyberLife in grado di fronteggiare problemi di softwarecomplexity è possibile simulare e riprodurre i meccanismi comportamentali e cognitivi propri degli esseri viventi, così come avviene in Life Writer.

Elvira D’Angelo


[1] L’atto ufficiale della nascita dell’Artificial Life si fa risalire alla Conferenza organizzata da Christopher Langton, nel 1986, presso l’Oppenheimer Study Center di Los Alamos

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