Sabato 18 febbraio alle 21.30 Xing presenta in prima italiana la performance Monkey see, Monkey do di Muna Mussie che apre la serie Sporting, ospitata nella Palestra Guinizzelli di Via Ca’ Selvatica 9 (meeting point: Raum, Via Ca’Selvatica 4/d).
Di solito ci si guarda allo specchio in solitudine. Vorrei guardarmi allo specchio in moltitudine.
Monkey see, Monkey do, performance ideata da Muna Mussie, artista eritrea attiva tra Bruxelles e Bologna, con Giorgia e Muriel del Don, performer e curatrici svizzere, dà forma ad una fusione fra pubblico e scena, riflettendo sull’immagine e il suo potenziale. Una diatriba tra parola e immagine, a partire dalla dimensione conturbante del ‘doppio’.
Monkey see, Monkey do parla di persona-corpo – inteso come complesso organizzato da elementi concreti – e di persona-politica – intesa come complesso organizzato da elementi astratti. Si rivolge a uno spettatore che condivida con le artiste/artefici una volontà di scandaglio e significazione del gesto più minimo: ‘occhi diaframma che si allenano a contemplare, a contenere un di più, un di meno che sprigiona visioni attraverso tensioni psicofisiche tra corpi; corpo carne, corpo suono, corpo plastico.’
Protagoniste sono figure semi-identiche che agiscono come ‘prototipo’, in funzione di una messa a fuoco di quella avventura fantastica e controversa che ognuno esperisce di fronte alla propria immagine. Lo specchio, oggetto e dispositivo base su cui è disegnato l’impianto di Monkey see, Monkey do, impone allo sguardo di ruotare su se stesso partendo dalla e giungendo alla medesima fonte che è al contempo guardante e guardata. Questa rotazione perpetua cerca un suo periodo ipotetico nella realtà. Una realtà difficile da identificare.
Come liberare parola e immagine dalla reciproca forma di ‘patria potestà’? Operando dall’apparenza del reale, slittare, sorvolare, inciampare sui diversi codici che la esprimono. Un viaggio semantico in entrata e uscita libera.
di Muna Mussie
con Giorgia Del Don e Muriel Del Don
con la collaborazione di Gian Luca Mattei
produzione workspacebrussels, Xing
con il supporto di Summer Studio/Rosas Parts, Bains Connective, Teatro Valdoca
Muna Mussie (Eritrea, 1978) inizia il suo percorso artistico nel 1998 a Bologna, formandosi come attrice performer con il Teatrino Clandestino e con il Teatro Valdoca. Dal 2001 al 2005 è parte attiva nel gruppo di ricerca Open, progetto con il quale inizia a maturare il desiderio di indagare altre possibilità dello stare in scena. Parallelamente instaura un dialogo con l’artista visivo e film-maker Luca Mattei, costante collaboratore nelle opere a venire. Dopo la performance opentolikemunamussie è la volta di lavori pienamente autoriali, di cui cura concezione, messa in scena e interpretazione. Nel 2006 debutta a Raum (Bologna) con Madrepatria e nel 2007 con Più che piccola, media. Nel 2008 crea Con Permesso, ed è vincitrice del Performance day, a cura di Emilio Fantin. Nel 2009 realizza le performance 1PER1, Ti ho sognato, ma non eri il protagonista e Primavera 2009 in collaborazione con Gaetano Liberti. Nel 2010 Xing le commissiona per la rassegna Art Fall al Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara la performance Ti ho sognato, ma non eri protagonista. Nel 2011 ottiene una residenza produttiva a Bruxelles da Workspace mirata alla creazione di Monkey See, Monkey Do. È autrice con Flavio Favelli del progetto FFMM, collezione di abiti presentata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino 2007) e al Museo Marino Marini (Firenze 2009).Tra i premi: Riccione TTV-premio Pier Vittorio Tondelli/Nuovi Talenti 2008; segnalazione Premio Iceberg 2009; Premio Mondo 2010. Tra le collaborazioni: Irena Radmanovic, Riccardo Benassi, Sonia Brunelli, Dominique Vaccaro, Massimo Carozzi, Margherita Isola. Il lavoro performativo di Muna Mussie ricerca accordi precari su ipotesi di s-confino per formati medio-piccoli.
www.munamussie.com
Muriel Del Don e Giorgia Del Don (CH,1980), curatrici, giornaliste, performer. Seguono un percorso formativo all’Université de Lausanne in storia ed estetica del cinema e giornalismo. Hanno lavorato per Brussels Short Film Festival, Festival International de cinéma et télévision Cinéma Tout Ecran, Festival Filmar en América Latina Genève. Altre esperienze in campo cinematografico con Leïls Films a Bruxelles e Underdog Pictures GmbH (Berlino); e in campo visivo con Galerie Michael Janssen, DUVE Berlin e Anyway Galerie (Berlino).
Sporting ricolloca l’arte della scena nei luoghi della preparazione atletica e del gioco. Una palestra della visione, dedicata alle ginnastiche della mente figurante. Senza nascondere l’esercizio, i tentativi e le evoluzioni, da cui la creazione performativa proviene. Ancora una volta nessuna cosmesi, ma allenamento e pratiche. Questa doppia edizione di Sporting ci permette di fuoriuscire da Raum, attraversando la strada di Via Ca’ Selvatica per entrare nella Palestra Guinizzelli.
Col supporto di Istituto Svizzero di Roma, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Quartiere Saragozza, Edizioni Zero, Città del Capo-Radio Metropolitana, Radio Città Fujiko.
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